Dall'anno di Grazia 1801 il codice intitolato "Patti, ordini e Capitoli della Vicinia" inizia a registrare i contratti firmati dai parroci che si sono succeduti nella reggenza di questa Parrocchia. È solo nel 1887 che tale monotona successione di ordini, circolari e inventari si trasforma in un abbozzo di Chronicon.
Dal greco antico chronicòs, "annali", letteralmente "concernente il tempo", il Chronicon è il registro sul quale il parroco annotava in terza persona gli avvenimenti, piccoli e grandi, della storia del paese, soprattutto dal punto di vista liturgico, ma anche politico e sociale. Spesso chi scriveva commentava situazioni, criticava atteggiamenti e svelava scandali affidandoli alle pagine silenziose di un registro destinato ad essere polveroso e apparentemente dimenticato.
La tradizione della "storiografia religiosa", se possiamo così definirla, risale agli antichi Romani, quando il Pontefice Massimo, e cioé la più alta autorità religiosa pagana, affiggeva fuori dal proprio palazzo, detto Regia, una tavoletta bianca, chiamata tabula dealbata, su cui erano annotati i più importanti avvenimenti storici, politici e religiosi della città: erano gli annales pontificis maximi.
Il Chronicon è dunque uno strumento preziosissimo, forse il più prezioso, per conoscere in dettaglio alcuni avvenimenti, anche di importanza contingente, dell'ultimo secolo di storia. La versione dei fatti, però – e un buon storico lo deve sempre tenere presente – è parziale, in quanto ci fornisce il punto di vista del parroco.
È anche molto curioso, perché, essendo un testo scritto a più mani, diventa una sorta di mosaico di stili: vi sono parroci stringatissimi nello scrivere che annotano solo pochi avvenimenti in maniera sintetica e parroci che stendono il testo in forma narrativa, arricchendolo di commenti, imprecazioni o preghiere.
Nel pubblicare il Chronicon, per garantire il minimo di segretezza e decenza riservato a questo tipo di documenti, eviteremo di scrivere il nome proprio dei personaggi citati in modo poco edificante, dando loro dei nomi fittizi, poiché i loro figli e nipoti potrebbero essere ancora viventi. E ci fermeremo al 1958.
Il Chronicon di Piario inizia nel 1887 e, con brevi interruzioni, raggiunge il 1989, anno di morte di d. G. M. Morandi, che aveva ripreso la stesura degli annali nel 1958, al momento del suo ingresso in parrocchia. Il sostituto temporaneo di d. Morandi scrisse le ultime pagine, descrivendo le esequie solenni del parroco.
La prima annotazione, di carattere liturgico:
"Die 9 iunii 1887
feria 5°
Festum SS. Corporis Christi
Ad perpetuam rei memoriam
Hodie post Vesperas Solemnis Processio
Sanctissimi Sacramenti
In Piarii vico apparato
Devote ac reverenter
Ab hisce Piariensibus
prima vice facta fuit
Laus Deo"
E cioè: "Nel giorno 9 di giugno 1887, quarto giorno della settimana, festa del SS. Corpo di Cristo. A perpetua memoria della cosa. Oggi, dopo i vespri, come illustre officio, venne fatta devotamente e con reverenza nel villaggio sontuosamente addobbato di Piario da parte di questi piariesi una solenne processione del Santissimo Sacramento. Lode a Dio".
Il latino del parroco è piuttosto modernizzato, in quanto usa "apparato" probabilmente nel senso di "parato a festa", "addobbato", mentre il significato originale è "splendido", "sontuoso", "magnifico". Sarà anche bello il paese di Piario, ma definirlo splendido, mi sembra troppo. Il senso, dunque, è chiaro, è: "splendidamente addobbato". Un po' criptica la locuzione "prima vice", che denota la conoscenza da parte dell'ecclesiastico di un latino piuttosto ricercato, che ho tradotto con "come illustre officio", anche se i termini usati dal sacerdote sono poco frequenti e in un'accezione secondaria. Ricercato anche "hisce", dal senso forte di "questo qui", a rischio di una connotazione quasi dispregiativa, ma dettata dalla ripetizione "Piario" e "piariesi", che ho cercato di mantenere nella traduzione, sacrificando la scorrevolezza.
Il parroco che ha inaugurato il Chronicon è d. Agostino Tomasini, reggente dal 1880 al 1896 e noto in Archivio per il suo zelo. Fu l'entusiasta raccoglitore di parte dei manoscritti e dei codici dell'Archivio, che ebbe la cura di rilegare e dotare di nuova copertina. Trascrisse anche parte dei registri, forse perché in cattivo stato. Ma nel suo affanno apostolico si macchiò di gravi colpe, come quella di rilegare le vacchette delle messe (i registri su cui si annotavano le celebrazioni religiose) tagliando sottili strisce di pergamene quattrocentesche. Tuttavia, paradossalmente, sono le uniche tracce rimaste in Archivio di questi antichi codici. Distruggendo, preservò.
Fu talmente zelante nel fare tante altre cose che... non aggiunse più nulla al Chronicon! L'importante fu, tuttavia, il buon esempio. Perché appena entrato in carica il suo successore, d. Vito Zanchi, esso riprese le registrazioni.
Don Tomasini aggiunse in calce a ciò che aveva scritto nel 1887 un fogliettino manoscritto, più precisamente una lettera. Dietro vi scrisse la sua risposta, in minuta e dalla grafia quasi illeggibile.
"Bergamo, li 28 ottobre 1893
Spettabile Fabbriceria di Piario
Fra i quadri del compianto mio Zio Canonico Fumagalli, dal quale sono l'Erede, trovasi un ritratto ad olio con cornice dorata del Vescovo Speranza di venerata memoria, opera del valente Pittore Guadagnini.
Lo dispongo a favore della loro Chiesa Parrocchiale perché rimanga sempre esposto nell'annessa sacristia.
Potranno ritirarlo nel mio studio in Bergamo, Via XX Settembre 44 dal giorno due novembre p(rossim)o in avanti e verrà consegnato a chi munito di una lettera a loro firma.
Con stima,
Fumagalli dr. Luigi Notajo".
Il parroco, nella sua risposta, accetta riconoscente a nome del paese. Questo piccolo documento è di grande importanza, poiché è l'unica fonte che ci dica l'esecutore del quadro, finora ritenuto di autore ignoto. Quindi, una scoperta. Ma chi è (Antonio) Guadagnini? Nato a Esine nel 1817 e morto nel 1900, fu pittore di una certa fortuna. Fra le opere maggiori, ha affrescato la volta della Chiesa della SS. Trinità a Villongo e quella di Darfo Boario Terme ed è autore di una Conversione di S. Paolo nella Chiesa Parrocchiale di Esine e di un Martirio di Sant'Andrea nella Parrocchiale Nuova di Malegno.
"1896. Essendosi resa vacante questa Parrocchia per la morte del M(olto) Rev(erendo) Parroco Don Agostino Tomasini veniva nominato Economo Spirit(uale) il M(olto) Rev(erendo) Sac(erdote) Vito Zanchi, nativo di Sforzatica S. Maria d'Oleno, che trovavasi in Semonte in qualità di Coadiutore Parrocchiale di quella Frazione; il giorno 11 luglio di detto anno portavasi a Piario dove fu ricevuto da questa buona popolazione col suono giolivo delle campane e fra lo sparo dei mortaretti".
Le prime parole del Chronicon gestito da d. Vito Zanchi, parole semplici e di speranza. Terminerà il Chronicon nel 1904, quando dovrà lasciare la Parrocchia "per evitare una causa penale imbastitagli dai suoi stessi più intimi amici", secondo le parole del suo successore, d. Andrea Colombo, autore delle più belle, vivaci e dense pagine del registro. Fortuna che don Vito aveva scritto "questa buona popolazione"!
Apparso su B.A.S.P. Maggio/Giugno 2003
"Prima vice" non è termine ricercato, ma significa semplicemente "per la prima volta"
RispondiEliminadon Gianluigi Braga
Ottimo! Grazie per la correzione!
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