[…] Perché il bene a venire del mondo dipende in parte da azioni di portata non storica; e se le cose, per voi e per me, non vanno così male come sarebbe stato possibile, lo dobbiamo in parte a tutti quelli che vissero con fede una vita nascosta e riposano in tombe che nessuno visita
G. Eliot, Middlemarch

lunedì 8 agosto 2011

Scandaloso Chronicon/2

Il testo è stato trascritto senza intervenire sugli errori o sulle qualità stilistiche, sintattiche e grammaticali dell'italiano di un secolo fa, mentre si è provveduto a censurare i nomi propri di persona, sostituiti, ove necessario, con un soprannome di invenzione scritto in MAIUSCOLETTO.
Il testo è una vera opera letteraria, dove lo stile piacevole del sacerdote si mescola alla sua capacità di fare ironia e, a volte, addirittura satira. A leggere una descrizione dei fatti così, però, resta da chiedersi cosa ci sia di piacevole in questi eventi.

«Anno 1904. Il giorno 12 luglio 1904 il Sac.te Vito Zanchi. che, previa istituzione di causa eseguita nei mesi antecedenti dai RR. Carabinieri di Clusone, aveva dovuto metter la rinunzia da Parroco, per evitare una causa penale, imbastitagli dai suoi stessi più intimi amici, com'egli li chiamava, partiva da Piario abbandonandolo per sempre e si ritirava a casa sua.
Nel contempo a mezzo del Rev.do Vicario Foraneo d'Ardesio Fratus de Balestrinis, dei RR. Superiori veniva officiato il R.do Don Andrea Colombo di Clusone di accettare l'incarico di reggere questa Parrocchia come Economo Spirituale dichiarandogli che veniva scelto, perché totis viribus [con tutte le forze, n.d.r.] procurasse di fabbricare la casa parrocchiale nuova, essendo egli a ciò il più indicato, come l'unico sacerdote che possedesse una casa in Piario, nella quale potesse abitare, mentre si procurava la nuova. Ed a ciò si raccolsero le dichiarazioni del medico condotto Sig. Steffanoni per il lato igienico, e dell'Ing. Spreafico della Manifattura Festi e Rasini, per il lato statico, riflettenti la poca sicurezza che presentava la canonica vecchia e la sua insalubrità, ed in base a tali certificati che furono sottoposti anche alla R.a Prefettura di Bergamo, la Ven.a Curia Vescovile procedeva d'ufficio a pregiudicarla definitivamente ed imponeva alla Fabbriceria ed alla Giunta Comunale di Piario la costruzione della nuova canonica.
Si promise, ma senza intenzione alcuna di mantenere la promessa, anzi si accentuò il proposito di non ajutare la costruzione piuttosto d'impedirla con ogni mezzo. E qui è bene notare quanto segue: sino dal tempo nel quale reggeva l'Episcopato di Bergamo Monsignor Pier Luigi Speranza nativo di questo paese, si era riconosciuto l'assoluto bisogno di una nuova canonica, ed egli stesso avea fatta una prima offerta di £ 3.000 per tale costruzione, alla fabbriceria da lui fatta chiamare, ma per una testardaggine che ancora non si può spiegare, si rifiutò l'offerta e non si parlò più per allora di canonica nuova.
Allora Mons. Speranza, nell'occasione della vacanza di questa Parrocchia nominò Parroco quì il Rev. D. Giovanni Bonometti da Villa d'Ogna, sacerdote quanto facoltoso, altrettanto generoso, ed a lui raccomandò assai la costruzione della canonica. S'accinse il suddetto parroco con tutta lena all'opera, ma la fabbriceria, che allora possedeva il campo dietro la Chiesa, non volle mai cederlo per tale scopo, benché il detto parroco promettesse pagarlo quanti plurimi [quanto di più, n.d.r.] e costruire la casa a tutta sua spesa.
Passato alcun tempo tornò alla carica promettendo di più di alzare il campanile 6 metri in pietra lavorata, di apporvi un nuovo concerto di 8 campane, di costruire altro campanile all'oratorio di S. Rocco, sul quale avrebbe posto queste 5 campane, e tutto a sue spese.
Per tutta risposta si circondò il campanile di gran mucchio di letame, a significare che sotto l'influenza del letame, il campanile si sarebbe alzato da sé!!!... Ne provò tal dispiacere che rinunziò alla Parrocchia.
In seguito anche il Rev. parroco Don Tommasini s'accinse all'opera, ma inutilmente; e ultimamente l'antecessore R.do Zanchi D. Vito ben accetto a tutti, almeno in principio, s'accinse all'impresa, e d'accordo colla V.da Curia, per dare un'eccitamento al popolo, abbandonò la canonica ed andò ad abitare nella Contrada Bruco in altra casa di proprietà ESPOSITO, al quale pagava l'affitto. Vi stette ben 2 anni, dovette pagare il suo affitto, ma nessuno si mosse, ed egli visto inutile ogni sforzo, dovette alfine restituirsi ancora nella canonica vecchia, con quanta soddisfazione di tutti, ciascuno se lo può immaginare.
Stando le cose a questo punto la difficoltà di detta costruzione si era fatta ancora maggiore, e tantopiù in quanto il R.o Governo incamerava il campo dietro la Chiesa e non si avea terreno atto per la costruzione della canonica stessa vicino alla Chiesa, ma di questo campo avrò occasione di parlarne più tardi, e precisamente quando scriverò dell'orto parroc.le e quello di S. Rocco.
Una volta adunque che le autorità del paese conobbero chiaramente il vero fine pel quale si era giù destinato il Rev.do Don Colombo quale Economo Spirituale, si decise soffocarlo sin dal principio, e d'accordo col R.o Pretore di Clusone che a quel tempo era l'Avv. GIULIO CESARE, uomo quanto leggero, altrettanto caro alla massoneria, al Sottoprefetto, Delegato di P. Sicurezza, Tenente dei Carabinieri e la Benemerita Arma, fecero di tutto, ben assecondati s'intende, d'impedirgli il R(egio) Placet.
Ajutati dal Segretario Comunale FRANCO fu GIACOBBE di Ogna, che diventò l'anima di questa cricca, uomo intelligente, ma sfegatato anticlericale e, come porta la pubblica voce, parecchio immorale, non è a dirsi quali orribili cose a carico del loro Economo avanzarono sino alla R.a Procura di Brescia, allo scopo d'impedire il Placet, e quante autorità politiche, civili e giudiziarie s'accaparrarono per tal fine anche a Bergamo e perfino a Roma, avvalendosi anche della fiducia che il R.o Economato e perfino il Dicastero competente ponevano nella persona dell'Ing. SANDRO di Clusone di poca felice memoria, che allora era Sub-economo dei Benefici vacanti. Non si possono poi numerare le processioni che tutte le Autorità del paese collegate assieme, in un col loro Cicerone ed avvocato il Segretario Com(una)le fecero a Bergamo presso la Prefettura, a Clusone presso la Pretura e Sottoprefettura, e nuovamente a Bergamo presso la V.da Curia Vescovile per ottenere da una parte la negazione del Placet e dall'altra la mia sostituzione.

A titolo di curiosità i più scalmanati in tal faccenda erano:
Segretario Comunale anima, cicerone ed avvocato di tutti
Sindaco MARIO CIPOLLINI fu PINO detto ROMBO
Assessore MARCO PANTANI detto QUADRO
Id. GABRIELE SIMONI
Fabbriciere ALEX ZULLE detto TRIANGOLO
Id. PAOLO SAVOLDELLI fu NINO detto RETTANGOLO
Id. DAVIDE CASSANI ex maresciallo RR. Carabinieri
L'origine di tale accanimento contro il detto Rev.do Don Colombo proveniva dal fatto che si sapeva es[sere] egli di carattere forte, che non solo aveva accettato l'incarico della costruzione della nuova canonica, ma l'avrebbe sicuramente, sia pure frammezzo a mille difficoltà, condotta a termine, e perciò in tutti i modi si tentava di abbatterlo. Egli intanto abitava con la licenza della Ven.da Curia Vescovile nella villa vicina di S. Alberto, ascendendo solo per compiere i suoi doveri di Economo Sp.le, sempre aspettando che si provvedesse da chi di ragione e giusta la promessa, ad una casa d'affitto per lui. Ma sul Novembre di quell'anno, avendo egli risposto alla Ven. Curia che ne chiedeva informazioni che nulla si era ancora provveduto, ricevette ordine da Mons. Vicario Generale Signori di consummare il SS. Sacramento, di chiudere la Chiesa e portare ai Superiori le chiavi d'essa. Il Rev. Economo allora credette opportuno preavvertire i parrocchiani in dottrina, ciò che fece nella domenica dopo ricevuto l'ordine, non senza esortarli a parare il colpo esibendosi spontaneamente a pagare l'affitto. Appena udito l'avviso scoppiò subito un gran clamore di pianto, cosicché i contrarii credettero opportuno svignarsela tosto, e subito dopo le funzioni la grande maggioranza degli uomini si recò in sacristia e fece generale offerta per pagare l'affitto casa. Così il Rev.do Economo, dopo avvertiti i Superiori, poté nei giorni seguenti provvedere al trasporto dei mobili in Piario e venire a stanziarsi quassù in casa d'un suo zio. Ma la pillola tornò troppo amara agli avversi, che posero in opera ogni arte per intensificare la lotta contro dell'Economo, con ogni segretezza per non esporsi troppo...»

Apparso in B.A.S.P. Luglio/Agosto 2003

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