«Frattanto s'apriva il concorso alle Parrocchie vacanti, Piario compresa. Ma il Rev.mo Economo, attese tutte le circostanze, ed anche dopo d'essersi consigliato coi Superiori, non credette opportuno adire il concorso per cui la Parrocchia andò vuota, ed Egli, senza placet, ed avvisato dalle Autorità opportunamente ed artificiosamente montate si vide costretto a ricominciare la dolorosa Via Crucis del nuovo Economato.
Ma nella primavera del seguente anno la Sede Vescovile di Bergamo veniva occupata da Mons. Giacomo Maria dei Conti Radini Tedeschi presso il quale si portò ben presto il Rev. Economo per esporre il vero stato delle cose. Il Vescovo si riservò di provvedere, e dopo assunte le debite informazioni, volle che il Rev. Economo rimanesse in porto non solo, ma che nel prossimo concorso, nel quale sarebbe stato incluso anche Piario, egli avesse a porre il proprio concorso, aggiungendo che per la placitazione avrebbe egli stesso pensato e provveduto.
Obbedì l'Economo ed appena dichiarato aperto il concorso, pose il suo nome tra i concorrenti, ma alla sola Parrocchia di Piario. Intanto la parte avversa, che nulla sapeva di ciò, temendo di vedere per la 2a volta deserto il concorso, coll'ajuto anche di qualche Rev.do, come D. Zanchi, scovò un possibile candidato nella persona del Rev.do Perletti Don Giov. coad(iutor)e di Verdellino, e scesero parecchie volte a quel paese, per pregarlo a concorrere, facendo mille promesse, ed assicurandolo di tutto l'appoggio delle Autorità Governative. Ed egli, si capisce spasimante di poter avere una volta una parrocchia, inconsapevole poi d'ogni cosa che riguardava l'ambiente e basato anche sul fatto della non avvenuta placitazione dell'Economo, si lasciò prendere all'amo e adì il concorso. Allora l'Economo reso edotto del fatto, si portò da Mons. Vescovo, e riferita la cosa e proposto il ritiro del suo concorso, ne fu sconsigliato, come ne fu pregato anche dalla maggioranza del paese. Fatti gli esami i 2 candidati ne uscirono con eguali punti che vennero communicati anche al Comune per la votazione popolare. L'esposizione dei punti riportati dai 2 candidati, all'Albo del Comune segnò l'ora di una nuova guerra e più aperta e più maligna da parte degli oppositori. Si raccoglievano per le osterie, sui mercati, si calunniava infamemente, si pagavano pranzi, si dava da bere e si mercanteggiavano nella più turpe maniera i voti, non mancando di far pressioni le stesse autorità. Anzi per assicurarsi la vittoria finale ottennero dalle troppo compiacenti autorità che venissero esclusi dall'elenco dei votanti quei padrifamiglia che aveano per qualsivoglia titolo una multa una condanna. Si ricorse ad ogni autorità, si affidò l'incarico di ricorrere al R.o Pref. di Bergamo comm. Aphel, al Comm. Bonomi, che si portò in persona da Lui a bollare con parole roventi quest'ingiustizia, ma inutilmente; anzi fatti arditi gli oppositori, giunsero al punto di includer nell'elenco dei votanti alcune vedove e zitellone loro favorevoli, come la maestra TEODORA, vittima dell'immoralità di quel Segretario, e con ciò credevano accapparrata la vittoria.
Venne finalmente il giorno della votazione il 18 giugno 1905, una 3a Domenica del mese. L'Economo si era recato a celebrare sul monte Alino e si era fatto supplire qui dal R.mo Prevosto di Parre per le funzioni del mattino. La popolazione era in fermento grave, si temevano disordini. In paese si erano chiamati 8 carabinieri al comando del Maresciallo.
Quando poi giunse il delegato Prefettizio per assistere alla votazione, la tensione degli animi raggiunse la più alta gamma, i Carabinieri avean il loro da fare a correr or di quì or di là per calmare i protestanti per l'avvenuta ingiusta esclusione di alcuni, ed i mercanteggiatori di voti che pagavano il voto perfino 5 lire per cadauno, distribuite da incaricati degli oppositori, mentre i capi dell'opposizione formavano il seggio nella stanza vicina alla sacristia nuova ove avveniva la votazione e l'Economo munito di potente binoccolo stava scrutando gli andirivieni e gli sforzi dei galoppini degli oppositori deall'alto del campanile della Chiesa del monte Alino. Tra l'altro poté distinguere 2 galoppini che alzarono di tutto peso il votante ALESSIO COMNENO fu MICHELE e lo trasportarono sino alla stanza della votazione, mentr'egli sotto la pressione del fratello PROTAGORA oppositore e d'altri, tentava svincolarsi ed esimersi dal votare».
Apparso su B.A.S.P. Settembre/Ottobre 2003
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