«N. 58 furono i votanti: N. 41 li riportò l'Economo, con 17 contrarii. Proclamato l'esito dello scrutinio, gli oppositori s'alzarono, e basandosi sulla troppa compiacenza del delegato prefettizio assistente, e malcalcolando sulla dabbenaggine dei votanti, sperando che essendo usati a votare pel sì sarebbe loro riuscito lo stratagemma, e proposero la votazione per Don Perletti. Allora lo scrutinio dette quest'esito: D. Perletti 18 favorevoli e 40 contrarii, avendo uno sbagliato.
Sdegnati per colpo fallito, si allontanarono subito e si recarono in massa a Clusone a caricar la dose presso le Autorità spergiurando che l'Economo non avrebbe mai ottenuto il placet.
L'Economo udì un suono di campane, ma volendo sfuggire a ogni dimostrazione attese la sera e discese sulla stradale di Ardesio alle case dei Mori, ove lo attendeva lo zio col cavallo e birroccio. Di là si portò subito presso il M. rev. Prevosto d'Ardesio, e calata la notte, ridiscese a S.t Alberto, trovò alcuni di Piario che lo attendevano, coi quali a tarda ora si portò a Piario, ove tosto la voce si sparse, si fè un po' di luminaria ed altri ancora si portarono in sua casa per una breve visita.
Ma d'ingrosso nessuno ne parlò, né tentò di solennizarlo, anche per non esacerbare troppo gli animi degli oppositori avviliti, ma non convertiti.
Qualche giorno dopo l'avvenuta nomina, il nuovo Parroco si recò dal Prefetto di Bergamo Comm. Aphel e raccomandargli di sollecitare la placitazione. Mentre discorreva con Lui di ciò, entrò nel gabinetto un servo che annunciò l'arrivo del Sig. COSTANZO CLORO Subeconomo e Sindaco di Clusone, ed allora il Prefetto si alzò ed ordinò che venisse subito introdotto nell'attiguo salottino, lasciando il Parroco solo ad attendere nel gabinetto. Fu allora che egli intese il Sig. CLORO dire al Prefetto: Essi hanno votato un nome, senza sapere chi egli sia, ed in ogni modo, se la placitazione avvenisse subito, sarebbe uno schiaffo per la Giunta Comunale di Piario etc. Fu allora che il Parroco comprese benissimo che, anche dopo tanto tempo d'aspettativa, la Via Crucis non era ancora al suo termine.
Ritornato poco dopo il Prefetto, il Parroco, dopo aver esposta ogni cosa, e raccomandato l'affare, ritornò colla certezza di dover attendere con tutta pazienza. E difatti attese inutilmente altri 5 mesi, dopodichè avvicinò le autorità di Clusone ed alcuni deputati pel disbrigo della placitazione.
Trovò allora il nuovo delegato Aldo Bicocchi, che retto e di molto buon naso promise si sarebbe occupato della cosa seriamente.
Infatti ad insaputa del Parroco venne in Parrocchia e si recò in ogni famiglia per interrogare ed assumere informazioni, e trovò come poi assicurò al Parroco, che l'opposizione era rappresentata solo da quattro o cinque azzeccagarbugli menati pel naso dal Segretario Comunale. Dopo d'allora il parroco trovò le autorità più ben disposte e finalmente dovendosi recare a Roma il Sig. Maninetti d'Ardesio ed avv. Fogaccia Piero di Clusone, essi esperirono pratiche presso il Ministero di Grazia e Giustizia, ove fu loro detto che il Decreto di Placitazione era già stilizzato e spedito a Caserta per la firma Reale. Infatti dopo pochi giorni venne data al Parroco tale comunicazione, dopodiché ricevette finalmente l'investitura.
Allora il Parroco credette giunto il momento di addivenire praticamente alla costruzione della casa canonica, per la quale evea già, per ordine di Mons. Signori, iniziati due volte e poi sospesi i lavori di fronte allo scatenarsi di tante ire.
Preparato il popolo dal pulpito, ottenuto il permesso di far lavorare in festa, avuto gratis il disegno e dettagli dall'Ingegnere della Ditta Festi e Rasini, dopo aver preparati sassi, ghiaja e sabbia, tutta portata dal Serio in luogo dalle Figlie di Maria e preparata dal Sig. Angelo Visini romito, con 100 lire in saccoccia imprese la costruzione. Frattanto colla licenza in scritto di questuare visitata ogni 6 mesi dal Sottoprefetto il Parroco andava tutte le feste di Quindicina per tutte le case alla questua dal 12 Agosto 1906 sino al 26 Dicembre del 1909, ma raccogliendo appena circa £ 2500.
Inutile il far notare che il Sindaco PLATONE fu SOCRATE, il Sig. ANTISTENE detto TRIANGOLO, il Sig. ARISTOTELE detto QUADRATO e PROTAGORA con altri oppositori non versarono mai un centesimo, anzi deridevano, scherzavano e ritraevano dal lavoro anche gli altri. Però quando S. Ecc. Mons. Radini-Tedeschi fece la visita pastorale a Piario l'ossatura della casa col tetto era al completo, cioè al 16 Settembre del 1907».
Apparso su B.A.S.P. Novembre/Dicembre 2003
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