Fino alla fine del XVIII secolo la campana era una sola, come è testimoniato nelle relazioni dei parroci per le Visite Pastorali. Nella Regola della Confraternita di S. Giuseppe e della B. V. Maria (inv. P-1), documento non datato, ma probabilmente dell’inizio del Cinquecento, si cita una sola campana che ha anche la funzione di chiamare a raccolta i confratelli. In un registro di amministrazione risalente alla data del 19 gennaio 1786, leggiamo: “Spesa fatta a far venire il Sig. Inocenzio Maggi fonditore di campane in Brescia per fare il mercato di rifondermi la nostra campana rotta: £ 7:14”. Quindi la vecchia campana cinquecentesca si era rotta e fu aggiustata. Ma non si dovette aspettare molto per avere le attuali cinque campane: “1799. Metallo proveduto dal Sig. Giuseppe Pozzo e de Bertacchi per le cinque campane circa £ 30 milanesi al peso £ 540”. Non sappiamo quale fine fece l’antica campana, se fu mantenuta o rifusa per formare una delle nuove cinque.
Nel 1854, durante la visita di Mons Speranza (inv. F-12), leggiamo nella vachetta delle messe: “Ad perpetuam Rei memoriam. Illustrissimus ac Reverendissimus Dom. Petrus Aloysius Speranza Piariensis Sanctae Bergomensis Ecclesiae Episcopus hodie die XXI Julii Anno MDCCCLIV Parochialis huius Ecclesiae sacravit campanas, eisdem hoc nomina imposuit
Majori:
Sancti Antonii Abbatis
Alterae:
Sanctae Mariae
Tertia[e]:
Sancti Josephi
Quartae:
Sancti Rochi
Ultimae:
Sancti Aloysii”
(A perpetua memoria della cosa. L’illustrissimo e Reverendissimo Mons. Pietro Luigi Speranza di Piario Vescovo della Santa Chiesa di Bergamo oggi 21 Luglio 1854 consacrò le campane di questa Chiesa Parrocchiale, e alle stesse impose questi nomi. Alla maggiore: di S. Antonio Abate; all’altra: di Santa Maria; alla terza: di S. Giuseppe; alla quarta: di S. Rocco; all’ultima: di S. Luigi).
In occasione della celebrazione delle Cresime, infatti, Mons. Speranza consacrò le cinque campane della Parrocchiale. Ma l’avvenimento, celebrato con grande fasto, era già dimenticato pochi anni dopo. Nella relazione del parroco d. Andrea Colombo per la S. Visita Pastorale di Mons. Radini Tedeschi (1907) vi è infatti scritto: “[il campanile possiede] 5 campane, consacrate e non si sa da chi”. Nello stesso documento, alla richiesta “[Scrivere] se il Comune abbia o no diritto all’uso del campanile, e quali norme in proposito si seguano” la risposta è “Ha diritto per dare il segno onde convocare i consiglieri, per avvertire che in Comune è giunto l’esattore e per chiamare alla scuola i ragazzi”.
Un altro uso delle campane, oltre ovviamente a quello canonico, era quello di “suonare il tempo”. D’estate specialmente, quando il tempo volgeva al peggio e si avvicinava un temporale, c’era l’abitudine di suonare una campana di scongiuro o di avviso. Nel Registro della Vicinia leggiamo: “Alberto q. Paris si hanno inchantatta la champana per s[u]onar[e] il tempo per l’an[n]o 1644 in liri novi”. Ancora: “Laus Deo [Lode a Dio]. Adi 3 mag[g]io 1657. Domenicho q. ms. Mafé Giudici da Pier [h]a[n]no incantata la champana da sonare per li cha[t]tivi tempi per l’an[n]o 1657 in liri quindici, dicho 15”. Un altro anno: “Adi 3 maggio 1696 – Filip[p]o figlio del Giacomo Legrenzi hanno locho da sonare il tempo in liri 13 et soldi 17. Dico 13.17”. Tale abitudine rimase attiva fino al tempo del Concilio Vaticano II (1962-65).
Nel 1943, nel bel mezzo della II Guerra Mondiale, arriva una circolare del Sottosegretariato alla Guerra che annuncia, ottenuto il consenso di “S.E. il Vescovo”, la requisizione delle campane a scopo bellico. Ogni parroco deve denunciare tutte le campane possedute dalla parrocchia con relativo peso. La Cooperativa incaricata dal Sottosegretariato al ritiro delle campane provvederà poi a verificare l’esattezza delle denunce – pena la requisizione della metà del metallo totale – e allo smontaggio delle stesse. Il risarcimento in bronzo sarebbe giunto un anno più tardi (così promette la stessa circolare).
Due campane vengono quindi smontate e riposte a Ponte Selva, nel deposito. Ma la loro sorte non era quella di essere fuse. Pochi giorni dopo, infatti, a seguito dell’armistizio, la requisizione decade. Il parroco d. Andrea Carrara si mobilita per recuperare le due campane che, illese, vengono rimesse al loro posto.
Apparso su L'Eco del Sapél Nè, Novembre 2001
Ricerche di storia locale dal XV al XX secolo, dall'Archivio della Parrocchia di Piario (BG), a cura di Daniele Salvoldi
[…] Perché il bene a venire del mondo dipende in parte da azioni di portata non storica; e se le cose, per voi e per me, non vanno così male come sarebbe stato possibile, lo dobbiamo in parte a tutti quelli che vissero con fede una vita nascosta e riposano in tombe che nessuno visita
G. Eliot, Middlemarch
G. Eliot, Middlemarch
venerdì 2 settembre 2011
Breve storia delle campane della parrocchiale di Piario
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