[…] Perché il bene a venire del mondo dipende in parte da azioni di portata non storica; e se le cose, per voi e per me, non vanno così male come sarebbe stato possibile, lo dobbiamo in parte a tutti quelli che vissero con fede una vita nascosta e riposano in tombe che nessuno visita
G. Eliot, Middlemarch

venerdì 2 settembre 2011

Un paio di brevi apostoliche per la Parrocchiale di Piario, 1794 e 1857

"Le brevi apostoliche sono documenti scritti da un pontefice che hanno importanza minore rispetto alle bolle. L’occasione per scrivere una bolla è molto più solenne che non quella per scrivere una breve e la differenza si nota nelle dimensioni, nella grafia e nel materiale dei due tipi di documenti. Le brevi, delle dimensioni medie di 40x15, sono meno curate nella grafia e scritte su pergamena molto sottile. La bolla, invece, ha in più il vero e proprio sigillo (propriamente la “bolla”) in metallo del papa emittente.
Ne esamineremo in questa sede due: uno di Pio VI (papa dal 1774 al 1799) e uno di Pio IX (1846-1878).
Il primo breve è scritto in una grafia ricca di svolazzi, ma abbastanza comprensibile in lingua latina. Riportiamo il testo sommariamente tradotto:

«Pius P P. VI.
A futura memoria dell’evento. Per la salute di tutti e con paterna carità di intenti, decoriamo i sacri luoghi con i doni spirituali delle indulgenze; affinché di là le anime dei fedeli di Nostro Signore Gesù Cristo - e dei santi meriti di lui - defunti possano ottenere i suffragi e tramite quelli essere aiutate a salire dalle pene del Purgatorio verso l’eterna salute per la misericordia di Dio. Pertanto vogliamo che la Chiesa in lingua volgare detta “di Piario” nella diocesi di Bergamo, nella quale alcun altare privilegiato è stato trovato concesso, e in quella sito un altare, da designare attraverso l’ordinario, dia lustro a questo speciale dono: [...] a noi concessa dal Signore, indifferentemente la misericordia di Dio onnipotente e dei beati Pietro e Paolo Apostoli [...] di lui fedeli, affinché ogni qual volta il sacerdote o un qualsiasi secolare, o qualcuno dell’Ordine regolare celebrasse una messa dei defunti in sette giorni entro l’ottava della commemorazione dei defunti, e in tre ferie a piacere della settimana da specificare tramite lo stesso ordinario, per l’anima di qualche fedele, che fosse migrata a quella luce unita a Dio in carità, [...] altare, la stessa anima conseguirà tramite indulgenza del suffragio il tesoro della Chiesa; così che per i premi dello stesso Nostro Signore Gesù Cristo e della Beatissima Vergine Maria e di Tutti i Santi concediamo e indulgiamo che quanti siano per sé suffraganti vengano liberati dalle pene dell’Inferno. Valore: sette anni. Dato a Roma presso S. Pietro sotto il sigillo del pescatore il giorno settimo del mese di Marzo 1794 nel ventesimo anno del nostro pontificato»

Possiamo notare subito alcune cose. L’intestazione col nome del papa suona Pio P.P. VI dove le due “P” stanno per “Padre dei Padri” (“Pater Patrum”), tradizionale appellativo dei pontefici. Il ruolo di padre traspare poi già nella prima riga con “paterna carità di intenti”. Il nome del nostro paese è riportato nella forma “volgare”, ossia non latina: “di Piario”, mentre dove è scritto Bergamo (“Bergomen”) vi sono tracce di cancellatura, segno che il minutante aveva sbagliato a scrivere. Il breve è “dato a Roma presso S. Pietro”, ossia scritto nei palazzi Vaticani, mentre il sigillo del Pescatore non è altro che l’anello papale (allusione al mestiere di S. Pietro, prima pescatore di pesci, poi di uomini). Il breve riguarda, come si può capire dal testo, anche se un po’ contorto, la concessione di un’indulgenza speciale per chi assiste alle messe in suffragio dei defunti nei giorni sopra indicati. L’indulgenza ricavata è di sette anni.

Il secondo breve è di Pio IX:

«Pius PP IX
a tutti i fedeli in Cristo che osserveranno le presenti parole: salute e apostolica benedizione. Per intensificare la pietà religiosa dei fedeli e la salute delle anime con i celesti tesori della Chiesa e con pia carità di intenti a tutti e singoli fedeli in Cristo di entrambi i sessi veramente pentititi e confessati e comunicati che avessero visitato la chiesa parrocchiale posta sotto l’invocazione del divo Antonio Ab. del luogo definito dal volgo “Piario” in diocesi di Bergamo nel giorno della festa del titolare e nella domenica subito successiva dai primi vespri fino al tramonto dei giorni nei singoli anni e devotamente avessero effuso pie preci a Dio sia per la concordia dei principi cristiani per l’estirpazione delle eresie e l’esaltazione di Santa Madre Chiesa, e nel quale predetto giorno avessero fatto ciò concediamo plenaria indulgenza di tutti i loro peccati e remissione misericordiosamente nel Signore. Tali doni varranno per sette anni. Dato a Roma presso San Pietro sotto il sigillo del Pescatore il giorno quarto di Dicembre 1857 nel dodicesimo anno del nostro pontificato»

Nel testo si fa massiccio uso di abbreviazioni – come nel breve precedente – e ciò rende molto difficile la lettura: “Aplicam” per “Apostolicam”; “Parolem” per “Paroecialem” (parrocchiale); “Satm” per “salutem”; “Aptorum” per “Apostolorum”; “Eccliae” per “Ecclesiae”; “Dni” per “Domini”; “Nri” per “Nostri”; “Storum” per “sanctorum”. È interessante notare come le abbreviazioni non siano segnalate da un punto interno, bensì da un segno superiore, come una sorta di accento allungato. Poi notiamo un curioso errore: “Priario” al posto di “Piario”. Infine, sulla pergamena è impresso il timbro del papa: S. Pietro sulla barca, con l’iscrizione “PIVS IX PONT. MAX”.
Entrambi i brevi sono firmati da più notabili e recano il sigillo di autenticità in ceralacca.
L’ultimo breve apostolico concesso alla nostra chiesa risale al 1897".

Apparso su L'Eco del Sapél Nè, Dicembre 2001

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